mercoledì 16 maggio 2012

Agnelli: La storia della Juve è la storia della mia famiglia

Il Presidente del club bianconero: «Nella festa per lo Scudetto tutta la rabbia e l'orgoglio per essere tornati in paradiso dall'inferno dove ci avevano cacciato»



TORINO - Non si può guardare al futuro senza avere ben chiaro il proprio passato, le proprie radici: è una questione di appartenenza, una necessità quella di ricordarsi chi si è e da dove si viene, per alzare lo sguardo e andare lontano, fieri e a testa alta. E la Juve campione d'Italia da oggi mette in mostra nella sua casa, nello stadio che è insieme garanzia e monumento a ciò che verrà, anche tutto ciò che è stato, tutta la sua storia con l'inaugurazione dello Juventus Museum avvenuta questo pomeriggio, con il presidente Andrea Agnelli a fare gli onori di casa insieme al dg Marotta, a un campione indimenticato come Edgar Davids e al presidente della Rai Paolo Garimberti, da domani anche presidente del museo. Un tuffo nel bianconero che potete vivere guardando le foto  che accompagnano l'articolo e leggendo le parole che proprio il numero uno del club bianconero ha concesso a Sky Sport al termine della cerimonia. Parole che, giustamente, parlano del trionfo in campionato partendo da settembre, dalla nuova avventura iniziata sottotraccia e terminata davanti a tutti: «Cercherei di ripercorrere la stagione della Juve - esordisce Agnelli - una stagione in cui partivamo sfavoriti e nella quale, con lavoro, abnegazione, caparbietà siamo arrivati a un traguardo da festeggiare in maniera straordinaria. Per capire l'emozione va raccontata l'annata, i due settimi posti precedenti, da dove nasce quella che sarà ricordata come la squadra degli invincibili. Ero a casa da solo, la sera di Trieste, abbiamo riempito le piazze di Roma, Milano e Torino. Abbiamo avuto la possibilità di preparare la festa una settimana prima in una cornice di pubblico incredibile, dove si univano orgoglio e rabbia per la risalita dall'inferno dove ci avevano cacciato, al paradiso». Un paradiso che ha il suo posto d'onore nella stanza dei trofei, dove campeggerà la coppa dello Scudetto appena conquistato, assieme a tutti i trionfi colorati di bianconero, individuali e di squadra.

STORIA JUVE E' STORIA AGNELLI -Ma non solo bacheca per esporre il palmarès: lo Juventus Museum è un viaggio nella storia della società, nella storia del calcio e, inevitabilmente, nella storia della Famiglia Agnelli, come sottolinea il presidente della Juve: «L'emozione Juventus è sempre rivolta al domani, la gioia più bella è quella che deve venire. Ma questo museo è qualcosa di straordinario per gli juventini e per tutti gli sportivi, perché ripercorre la storia di una delle società di calcio più importanti d'Italia. Poi la storia di questa società si intreccia con la storia della mia famiglia, che dal 1923 ha collezionato qualcosa come trenta scudetti. All'interno ci sono cimeli straordinari, donati sia dai protagonisti che dai collezionisti. Oggetti di culto e oggetti tecnici, dove si può vivere l'evoluzione del calcio e dei materiali con una conclusione filmata, un documentario intitolato "Fino alla fine" che attraversa la storia della Juventus come una partita di calcio».
STELLA D'ARGENTO, LA 10ª PER ALEX   Ecco, la Coppa Italia contro il Napoli da giocarsi domenica all'Olimpico a Roma è proprio nel solco delle parole del presidente della Juventus, società dall'eterna e felice condanna a giocare per vincere sempre. Stavolta da conquistare c'è una stella, quella d'argento, che non può essere messa in discussione da nessun tavolino, da nessuna federazione, da nessun giudice. Una stella che Agnelli vuole aggiungere alle altre. Tre. «Ora siamo tutti concentrati sulla partita di domenica prossima contro il Napoli. Affronteremo una squadra forte, che ha messo in difficoltà una finalista di Champions League, contro di loro ci sarà da soffrire per 90' e forse anche più per riuscire a vincere. Poi guarderemo avanti, sapendo che dal 1° luglio partiremo alla pari con tutti gli altri».Conquistare la 'Decima' per il migliore dei saluti al suo numero 10, per vedere Del Piero andare via alzando un'altra coppa: lo sogna Agnelli, lo sogna tutto il popolo bianconero, ancora non rassegnato al più doloroso degli addii (o, si spera, arrivederci): 
«Se dovessimo vincere la Coppa Italia, non ci potrebbe essere sceneggiatura migliore per Del Piero».

Fonte: http://www.tuttosport.com/  Vladimiro Cotugno

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